Limitare le proteste non risolve il caro-bollette. Governo fuori dalla realtà.
«Giorgia Meloni forse pensa a uno Stato etico e si è dimenticata del caro bollette». Anna Ascani, vicepresidente dem della Camera, 35 anni, non ci sta alla “stretta” che parte dai rave e rischia di allargarsi alle proteste nelle scuole, nelle università o dei centri sociali.
Ascani, tra le prime misure del governo c’è la stretta contro irave party, cosa ne pensa?
«In campagna elettorale Giorgia Meloni prometteva che, con l’inflazione al 12%, si sarebbe occupata di bollette e carovita. Invece improvvisamente scopre che la priorità è la stretta sui rave. In pochi giorni ha perso il senso della realtà».
La sicurezza passa anche da qui, non crede?
«Nessuno pensa che sia da tollerare l’insicurezza o certe violenze, ma trovo incredibile innanzitutto che apra la sua esperienza di governo con un provvedimento di questo tipo. E poi, il reato d’invasione per raduni pericolosi che cosa è? Questo è un governo che si mostra debole con i forti e forte con i deboli».
Pensa sia una stretta securitaria che può toccare anche altre situazioni?
«Dovrebbero chiarire prima di tutto cosa intendono per reato di invasione per raduni pericolosi: è una definizione del tutto nuova per il codice penale. Pericolosi per chi? Per il governo? Per l’ordine pubblico? Però c’è un giochetto a cui non ci prestiamo».
Quale giochetto?
«Meloni e la destra non aspettano altro che dire che la sinistra è a favore del disordine. Non è così. A questa forzatura non ci prestiamo: non difendiamo disordine e insicurezza, ma abbiamo il senso delle priorità. E poi il governo di destra sembra avere in mente lo Stato etico. Questo è preoccupante. Credo inoltre che anche loro elettori li hanno votati non per mettere bandierine securitarie, ma per risolvere problemi urgenti e di vita quotidiana».
Il governo mostra il pugno di ferro? Sono previste pene molto alte: da 3 a 6 anni di galera per chi organizza il rave e multe da mille a 10 mila euro.
«È evidente che il rischio è che si limitino altre forme di protesta e di organizzazione della protesta che non hanno nulla a che vedere con i rave e i disordini di un happening».
Anche i centri sociali o le manifestazioni nelle scuole e università potrebbero rientrare nella stretta?
«L’esordio del governo di Meloni con le manganellate agli studenti all’università La Sapienza, peraltro mentre la premier a Montecitorio, diceva che aveva rispetto perla libertà dei giovani e le proteste, non è stato un bell’inizio. Cos’è un raduno pericoloso per Giorgia Meloni? Perché a me non è chiaro cosa pensi».
Cosa accadrà?
«Le leggi c’erano, e ci sono, per evitare pericoli e disordini che, ripeto, nessuno vuole ignorare. Ma davvero c’era bisogno di un’altra fattispecie di reato? A Modena, al rave di questi giorni, lo sgombero è avvenuto ordinatamente, senza bisogno di minacciare sei anni di galera. La destra ha sempre ripetuto: applichiamo adeguatamente le leggi che ci sono e quando si individuano i responsabili di reati, li si persegua senza lentezze. E adesso cosa fa? Introduce un nuovo reato».