Di Alessandro Antonini

Anna Ascani, Onorevole Pd, vicepresendente della Camera, lancia la campagna elettorale in Umbria e attacca la destra a partire dalla sanità, il terreno di scontro principale fra centrodestra e centrosinistra in vista del voto del 17 e 18 novembre.

Onorevole Ascani, lei è stata tra le prime a salutare la candidatura di Proietti come vincente: lo crede veramente? Eppure il campo largo della foto di Narni del 2019 non ebbe molta fortuna…
Stefania Proietti, un’ottima amministratrice che ha costruito il suo percorso tra la gente e per la gente, è la persona giusta per voltare pagina dopo cinque anni di malagestione firmata Tesei.

Stefania parla di futuro, di speranza, di attenzione a chi è più in difficoltà, di opportunità per i giovani, di impegno concreto per le famiglie e le imprese. Al centro ci sono le persone. Quelle che la destra in questi anni ha dimenticato. Quanto alla foto di Narni del 2019, gliene contrappongo una più recente: quella del Teatro Lyrick del lancio della campagna elettorale di Stefania. Una platea strapiena, umbre e umbri entusiasti e fiduciosi. È su questo che dovremmo concentrarci, sulla partecipazione democratica delle cittadine e dei cittadini che chiedono un domani diverso per il proprio territorio.

Il Pd anche questa volta ha fatto un passo i dietro per un candidato civico: di questo passo non si rischia di frustrare la classe dirigente del partito?
Voglio ringraziare tutte le donne e gli uomini del nostro partito per l’entusiasmo e la generosità di cui hanno dato prova nelle scelte che abbiamo fatto. Io sono sicura che, con Stefania, la regione cambierà passo e questo sarà possibile anche grazie al radicamento, alla capacità di rappresentanza e alle competenze della nostra classe dirigente, dei nostri amministratori, iscritti e militanti. Molti di loro peraltro saranno in campo in prima persona nella nostra lista, che dovrà essere competitiva e rappresentativa al massimo. E quindi no, non vedo questo rischio perché siamo tutti protagonisti di questa sfida per mandare a casa la destra e sarà una vittoria di tutti.

 

Il modello Umbria potrà essere d’esempio per costruire un’alleanza larga anche a livello nazionale?
La destra si batte con l’unità delle forze del centrosinistra. Ma non può essere una questione solo aritmetica.
L’unità deve essere fondata su un progetto condiviso. A me piace ripetere che più della larghezza del campo conta ciò che si decide di seminarci dentro. E da questo punto di vista sono fiduciosa, non solo per quanto stiamo facendo qui in regione, ma anche per le battaglie che stiamo conducendo insieme in Parlamento e nel Paese e che, al di là delle specificità, mostrano che stiamo dalla parte dei più fragili, dei valori costituzionali, di un’occupazione dignitosa e sicura per tutti, di una sanità pubblica che funzioni e di una scuola che rispetti fedelmente la missione affidatale dalla Carta, di quel ceto medio che tanto ha dato e dà alla forza del nostro Paese, di un’idea di Europa che è casa accogliente per tutti i suoi popoli e faro di pace e libertà a livello internazionale. Certamente poi grazie allo sforzo che si fa nel progettare insieme a livello locale diventa più semplice costruire anche a livello nazionale un’alternativa concreta e credibile alla destra.

 

Il fronte caldo della campagna elettorale, da ambo i lati, è la sanità. Il centrodestra si difende dicendo che i report nazionale non collocano l’Umbria tra le regioni peggiori, che ne pensa?
Basta fare questa domanda a un cittadino qualunque e risponderà che in questi cinque anni la sanità umbra è sprofondata in un abisso di abbandono e inefficienza, nonostante il prodigarsi prezioso e infaticabile degli operatori. La realtà è che nella nostra regione, sempre più spesso, chi può permetterselo ricorre al privato, gli altri attendono mesi, anni o rinunciano alle cure. Non mi stupisce che la destra menta su questo punto. Del resto è la stessa destra che a livello nazionale ha approvato l’autonomia differenziata, che metterà in ginocchio regioni piccole come la nostra, proprio a partire dalla sanità. Su questo la giunta Tesei tace o peggio acconsente, anteponendo agli interessi degli umbri la propaganda di Salvini. Col voto di novembre rimetteremo al centro l’Umbria, lì dove merita di stare.

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