di Emanuele Lauri, la Repubblica, 9 Giugno 2020.
La Viceministra Ascani “Due milioni di studenti da ricollocare, ma non ci saranno doppi turni”.
«Ho parlato più volte con il Ministro Gualtieri: per la scuola ci saranno tutte le risorse che servono. E i soldi agli enti locali per le nuove aule arriveranno entro fine mese».
Le rassicurazioni chieste a nome delle Regioni dal governatore emiliano, Stefano Bonaccini, arrivano dalla Viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani. I contatti con il dicastero dell’Economia si sono infittiti nelle ultime ore: l’obiettivo è proprio quello di trovare i fondi necessari a garantire una ripresa delle lezioni, a settembre, con alunni e studenti dietro i banchi ma in sicurezza. Ed è il Pd, di cui Ascani è vicepresidente, ad assumersi l’impegno nel giorno in cui in ogni città d’Italia il personale scolastico scende in piazza per chiedere certezze sulla ripartenza. È chiaro a tutti, sin dal primo mattino, che l’intervista di Bonaccini a Repubblica è un’ulteriore sferzata alla ministra Lucia Azzolina che continua a subire il pressing degli alleati. Non a caso, a sottolineare le parole del governatore dell’Emilia-Romagna, è un big dei dem come il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci («Massima priorità alla scuola»), mentre da Italia Viva arrivano le bacchettate di Gennaro Migliore («Non possiamo dirci entusiasti dell’operato della ministra Azzolina») e soprattutto di Matteo Renzi: «La questione della scuola è stato il principale problema che abbiamo avuto in questo periodo». In questo clima, la Azzolina gioca in difesa: «Non esistono soluzioni miracolose ma di buon senso».
Ma tocca al ministero dell’Economia a guida PD sciogliere il nodo delle risorse e centrale è il problema della nuova edilizia scolastica, la cui competenza è di Ascani: «Secondo i nostri calcoli – spiega Ascani – la regola del distanziamento di un metro comporterà il ricollocamento di circa due milioni di alunni in nuove classi. Da domani (oggi, ndr) avvieremo con il supporto della task force edilizia una ricognizione sul territorio delle aule esistenti e io incontrerò i rappresentati delle Regioni, a cominciare da Campania e Calabria. Dove avranno sede le nuove classi? In strutture esterne alle scuole non utilizzate, in edifici dismessi, in tensostrutture. Prima di completare questo monitoraggio, è impossibile stimare quanti fondi ci serviranno. Bonaccini dice tre miliardi? Possono essere di più ma anche di meno». Di certo, afferma Ascani, «il ministro Gualtieri ha dato la massima disponibilità e Comuni e Province avranno le risorse per l’edilizia leggera entro fine giugno».
Il piano del governo, al momento, è quello di sfruttare gli 1,5 miliardi già stanziati, più i 400 milioni di fondi strutturali da riprogrammare “in tempi brevi” per la cosiddetta edilizia leggera. Ma si è già messo in preventivo di utilizzare la “riserva” del fondo di emergenza da un miliardo, da spendere a cavallo degli esercizi finanziari 2020 e 2021, previsto nel decreto Rilancio. Alla soglia dei fatidici tre miliardi ci si potrebbe anche arrivare, insomma, ma la coperta rimane corta perché fra le pieghe di queste disponibilità finanziarie bisognerebbe trovare anche i fondi per i docenti delle nuove classi, con l’ampliamento degli organici di fatto, e per i bidelli dei nuovi plessi. I tecnici del Mef sono al lavoro, il premier Conte punta su anticipi da Bruxelles. «Se sarà il caso chiederemo un nuovo intervento anche al parlamento. Si farà di tutto, impensabile non raggiungere un obiettivo caro al Paese», ancora Ascani, che si spinge oltre: «Spero e credo che non ci saranno doppi turni nè orari ridotti delle lezioni». La scommessa più difficile prova a intestarsela il Pd, che proprio con la Buona scuola renziana si è alienato molti consensi di questo mondo. La posta è altissima e settembre, come dice la Viceministra, è «praticamente domani».